The Walking Dead – Volume 17 – Quel che fa paura – Una recensione

Premessa importantissima per chi ama The Walking Dead: questa recensione non svela esplicitamente nulla di quanto presente nel volume 17 ed esprime opinioni assolutamente personali.
Insomma, lo specifico perché farò delle critiche alla serie.
Amen, l’ho detto, mi sento più leggero.

The Walking Dead - Volume 17 - Quel che fa paura

The Walking Dead – Volume 17 – Quel che fa paura

Ho iniziato a leggere The Walking Dead per colpa della serie TV. Lo so, da appassionato di fumetti questo peccato me lo potevo pure risparmiare, ma detto tra noi, prima di vedere le puntate su Sky TWD non sapevo nemmeno cosa fosse. Conoscevo lo scrittore. Kirkman aveva fatto qualche capatina nel mondo Marvel, ma questa serie non sapevo proprio cosa fosse. Così a suo tempo (ormai un paio di anni fa), mi son precipitato da Supergulp ed ho recuperato i volumi della serie a fumetti, iniziando a seguirla appassionatamente.
Sia chiaro per chi non ha idea di cosa sia questo fumetto, anche se in ogni copertina ci sono almeno un paio di morti viventi, TWD non è una serie sugli Zombie. Gli Zombie fanno “panorama”, sono il pretesto per raccontare le storie di un gruppo variopinto di sopravvissuti. Le iterazioni dei personaggi infatti la fanno da padrone. Ok, in sé il fumetto è denso di momenti splatter, ma gli Zombie davvero c’entrano pochissimo.
La prima dozzina di volumi è uno spettacolo. Ritmo altissimo, uno sconvolgimento dopo l’altro, il lettore si sente uno dei sopravvissuti, si affeziona, si commuove se qualcuno muore, insomma, è pienamente coinvolto.
Poi dopo si rompe qualcosa.
E la legge dei grandi numeri secondo cui tutto deve avere una fine è confermata.
E qui iniziano le mie critiche.

L’ho battezzato “l’effetto Governatore”.
Non nascondiamoci dietro a un dito. Il personaggio più riuscito della serie è questo. Ok Rick, ok Michonne, ma l’impatto emotivo che il Governatore porta sulla serie non è stato pari a quello di nessun altro.
E proprio per questo motivo, uscito di scena “lui”, tutto ha iniziato a scemare.
Il volume diciassette, che presenta il numero 100 della serie americana, non fa eccezione al trend. Anzi è la prova che probabilmente quanto c’era da scrivere su questa serie è probabilmente finito.
Su Kirkman e Adlard si è scritto qualsiasi cosa, i complimenti si sono sprecati. Ciascuna delle introduzioni dei volumi porta con se costantemente elogi alla serie, allo scrittore, al disegnatore. Sono tutti meritati, sia inteso. Non ho mai letto uno dei volumi in due volte, li ho sempre letti tutti d’un fiato. I dialoghi sono serrati, il ritmo è veloce, all’ultima pagina ci arrivi in un soffio.
Eppure… E’ evidente che qualcosa si è rotto.
Gli ultimi due volumi si sono chiusi con un barlume di speranza (lutti a parte, ma TWD non è il libro cuore, quindi ci sta). Rick, forte di queste sensazioni, ha deciso che collaborando con le altre comunità è possibile ristabilire l’ordine delle cose. Si pensa quindi ad una rete di di commercio in cui ognuno offre quel che può.
La cosa divertente in tutto questo è che Rick conclude che quanto la sua comunità ha da offrire sia protezione. I ragazzi sono bravi con le armi, Andrea può beccare un piccione a chilometri di distanza. Fai fruttare i tuoi talenti, diceva il vangelo.
Perciò dopo aver conosciuto la comunità di Hilltop ed essersi accertato che questa non costituisce un rischio per la propria, Rick decide di offrire protezione in cambio di provviste.
Al centro di tutto c’è questo Negan, una figura misteriosa che si rivela essere una copia se vogliamo più cinica e meno grottesca del Governatore.
Ha la sua banda, è violento e si impone con la forza su tutte le comunità, Hilltop compresa, le quali devono consegnare provviste in cambio di protezione.
La differenza tra questo atteggiamento e quello della comunità di Rick? PARE che sia il fatto di chiedere “per piacere”.
Ma attenzione, Rick ha anche fatto il figo. Ha detto che a Negan ci pensa lui.
Solo che dopo averne ammazzati un po’ della banda avversaria in alcune scaramucce, una parte del gruppo di Rick (che inspiegabilmente ha deciso di fare un viaggio pericolosissimo per parlare con i tizi di Hilltop al fine di capirci qualcosa di più) finisce nella mani di Negan.
E’ il momento cardine di tutta la vicenda.
Il motivo? Muore qualcuno.
Ma non mi dire!
Lo so, lo so, cosa ti vuoi aspettare da una serie così? E’, diciamo, normale.
Senza svelare nulla di nulla, Negan decide di dare una lezione a Rick, ammazzando qualcuno dei suoi.
Con una conta diabolica Negan sceglie chi e nel corso di una scena grottesca si consuma la tragedia.
E’ palese come sebbene sia Negan a far tutto, il protagonista della vicenda sia in realtà Kirkman. E’ lui. E non è neanche sottile e velata la modalità con cui ha scelto chi doveva togliere il disturbo. Siamo al numero 100, devo fare qualcosa di eclatante. Uccido qualcuno. Chi? Facciamo la conta. Oh che sfiga, è toccato a questo personaggio.
Osserviamo lo schema:
Il gruppo si muove, trova un posto, muore qualcuno, c’è un evento sconvolgente, si spostano. Si aggiungono personaggi che rimpiazzano i morti.
Il gruppo si muove, trova un posto, muore qualcuno, c’è un evento sconvolgente, si spostano. Si aggiungono personaggi che rimpiazzano i morti.
Il gruppo si muove, trova un posto, muore qualcuno, c’è un evento sconvolgente, si spostano. Si aggiungono personaggi che rimpiazzano i morti.
E’ sempre lo stesso, con l’aggiunta di varianti su come la gente muore (in questo specifico caso una modalità sicuramente sconvolgente).
Qui si gioca tutta la partita. Il vero tallone d’Achille di tutta la serie è proprio il reiterarsi delle stesse situazioni che danno al lettore un senso di deja-vu costante, scosso solo dalle trovate grafiche a tratti scioccanti che alimentano la voglia di di chi ha scelto di comprare una serie Zombie.

Sia chiaro, lo sto scrivendo ora perché negli ultimi quattro volumi ho voluto lasciare la porta aperta ad evoluzioni impensate, che però non ci sono state.
Le serie migliori (Preacher insegna) hanno un inizio ed una fine. TWD poteva essere un capolavoro, e per un po’ lo è stato, ma credo che ora la serie pecchi di presunzione.
Sia inteso, continuerò a seguirla almeno per un altro po’, ma voglio proprio vedere come riesce a sopravvivere, perché secondo me è morta.
Anzi no, sembra quasi… Uno Zombie.