Dove vogliamo andare?

Lo chiedeva Totò al vigile: “Per andare dove dobbiamo andare, dove dobbiamo andare?”. Una domanda confusa, ma carica di significato. Perché? Semplice, quest’anno ho partecipato ad un esperimento sociologico: sono andato in crociera.

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Roba da ricchi. I risvolti sono stati, per così dire, interessanti.

Partiamo da qui: a destra e sinistra, ovunque ti giri, pare ci sia scritto “Rispetta l’ambiente”, “Proteggi il tuo pianeta” e via dicendo. Il tema ecologico… Tira.
Prendiamo appunto la crociera. Se durante un torneo di pallavolo (sì, su questa nave c’era un campo intero di pallavolo, ed era la cosa più piccola) la palla finisce in mare (cosa improbabile, ma possibile) la partita ed il torneo vengono sospesi.
Perché? Semplice, al fine di preservare la salute di mari ed oceani ci si concede una “palla a mare” al giorno. E’ una cosa bella, una forma di rispetto a cui tutti si adeguano di buon cuore.
L’ambiente è importante, rispettiamolo.
Il problema è che poi devi mangiare. E sulla crociera a mangiare vai al buffet (o abbuffet, tutto attaccato) e ti rendi conto che se gli oceani vengono preservati, di tutto il resto forse ci si dimentica.
Il cibo. Tanto, tantissimo, in quantità esorbitanti: frutta, verdura, carne, carne e ancora carne.
Beninteso, proprio perché non sono vegetariano, se la cosa mi ha impressionato forse c’è da pensarci un po’ su.
Salviamo la nostra terra.
Tutti lo vanno ripetendo, eppure facciamo finta di niente, come se quella frase fosse una nenia che ormai ripetiamo perché vien fuori da sola dalla bocca.
Non credo il mondo possa salvarsi da solo, proprio per questo sono profondamente pessimista in merito a questa faccenda.
Riassumo il perché in tre aneddoti.

Primo

Il tizio torna dal buffet con due piatti, uno stracolmo di ogni cosa (è mattina, ma tra bacon, formaggi ed il resto non si capisce molto) nell’altro tre ciambelle, una liscia, una al cioccolato, una alla crema.
La moglie lo segue circospetta col suo modesto piattino.
Si siedono. La faccia si capisce subito che non è quella giusta. E’ mattina, sei in crociera, sai che giramento di palle?
Ad ogni modo il tizio prende la ciambella liscia. La annusa con fare schifato. Fa un morso e la rimette nel piatto.
Bravo chi si prende la vita con calma, penso.
Inaspettatamente invece prende la ciambella al cioccolato. La faccia è un po’ più schifata di prima. La annusa, fa il morso e la deposita nel piattino.
Infine tocca a quella alla crema. Lo sguardo è disgustato. Il morso è dato appena, l’ultima ciambella viene appoggiata sul piattino.
Nel frattempo ho finito di mangiare, mi alzo giusto in tempo per vedere un cameriere portar via un piatto con tre ciambelle morsicate.

Secondo

C’è una gara di speed climbing: in pratica chi suona per primo la capanella in cima ad una parete di roccia (sì, c’è pure quella su questa nave) vince. E’ una cosa goliardica come mille altre che si fanno ogni giorno sulla nave dei desideri.
C’è un tizio in mezzo agli altri che, da come parla, sembra pratichi lo sport della rampicata.
Parte per primo, è veloce, è decisamente il suo sport.
Scende, parte il secondo e lui lo osserva un po’. E’ sicuramente più lento, ci sta provando, come si dice. Il primo scalatore lo osserva, si gira verso i suoi amici e dice “Ho già vinto.”, poi se ne va.

Terzo

Dalla nave al treno c’è tanta strada, così le compagnie di crociera utilizzano i bus navetta. Ti metti lì ed aspetti. Può capitare che si stia sotto il sole. Se sei un po’ sfortunato può capitare che il bus abbia l’aria condizionata rotta. Bene, noi eravamo esattamente su quel bus, da 5 minuti, aspettando che si riempisse abbastanza per partire. Nessuno fiatava, sebbene facesse caldo, ovviamente.
Sale il gruppo di ragazzi (ma non è mica quello che rampicava l’altro giorno quello?) fatti tre passi dentro al bus parte l’urlo “ARIAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA”, a segnalare una legittima richiesta.

Ecco, non voglio fare il catastrofista, ma con questi presupposti siamo spacciati. Perché al di là dell’economia che crolla, dei mercati instabili, dei fatturati che per essere raggiunti dipendono dai licenziamenti, del buco nell’ozono, dei mari troppo freddi o di quelli troppo caldi, forse val la pena pensare che un piatto con su tre ciambelle morsicate che il cameriere porta indietro, beh, è già la fine del mondo.

Vaglielo a spiegare tu a mia moglie adesso che di crociere non ne farò mai più…