La vita secondo Bliss, bovaro del bernese – Finale: il paradiso all’improvviso

Paradiso

Il Paradiso all’improvviso

Non ho capito bene cosa sia successo, era la solita passeggiata del mattino, ma ho visto qualcosa, un cane forse, e mi sono messa a correre come mai avevo fatto prima, mi sono sentita libera. Ho sentito un botto e mi son trovata per terra, non riuscivo ad alzarmi, il mio padrone era sopra di me e urlava il mio nome, infine tutto bianco.

Quando ho rimesso a fuoco ero su un prato verdissimo, c’era un bellissimo sole su un cielo azzurro pieno di quegli uccelli che tanto mi piace inseguire. Ad un certo punto ho sentito una voce.

Ven chì, Bliss!“.

Mi sono girata e dietro di me c’era il mio padrone, o almeno così sembrava, seduto su una panchina di legno, sul tavolo un bicchiere con dentro quella cosa che piaceva al mio padrone ed a terra accucciato un altro cane nero, che abbaiava.

La voce era molto simile e mi sono avvicinata senza paura, ma la faccia aveva qualcosa di diverso. I baffi, gli occhi… Non so. Il sorriso però era quello. Quando poi mi ha carezzata ho capito che le mani in qualche modo erano le sue, solo più grosse.

Mi sono sentita a casa.

Mi sono accucciata toccandogli i piedi col mio sedere come facevo sempre con il mio padrone. Allora lui ha detto “Adesso dobbiamo aspettare”. Ho capito che era un po’ che lui lo stava facendo, ma sorrideva. “Dobbiamo aspettarlo per spiegargli tutto”.

Ho guardato in cielo ed ho visto il mio padrone, quello vero, che piangeva. Un po’ mi è venuto il magone, ma quel signore mi ha detto “Pensa che quando me ne sono andato io non ha fatto tutte quelle scene, l’è dre diventà un figheta”.

E poi ha riso.

Si sta bene qui, anche se quell’altro cane nero abbaia. Poi lui le dice “Luna, taas!” e lei la smette. E’ simpatica. Sarò qui pronta quando arriva. Dovesse volerci una vita.