La vita secondo Bliss, bovaro del bernese – Puntata 5: la corsa

La corsa

La corsa

Ogni giorno la storia si ripete. 6:30, massimo 7:00, o giù di lì. Si esce ed arrivati al prato il mio padrone mi butta la pallina.

Sono finiti i tempi in cui non avevo voglia di inseguirla e la mia pigrizia (che, come spiegano i libri di etologia è genetica) mi dominava… Oggi ho maturato una tecnica sopraffina che ho deciso di condividere pubblicamente.

La tecnica è questa: spingo con le zampe dietro e faccio un balzo in avanti, incominciando così ad accumulare velocità. A questo punto identifico la pallina, e la velocità aumento… Insieme ai problemi, che tra l’altro hanno un nome ben preciso: culone. Infatti quel coso che ho dietro mi fa sempre dondolare e rischia di buttarmi per terra costantemente.

In effetti a pensarci, anche la lingua che va dappertutto un po’ mi distrae.

Per non parlare del discorso zampe. Ho provato ad osservare quei miei simili che si chiamano levrieri, per ispirarmi. A quegli sbruffoni pare tutto facile, tutti filiformi, coordinati. A me ste zampe vanno dappertutto, dopo un po’ non si capisce più niente.

Come esco da tutto questo casino? Avvicinatevi, ve lo svelerò sotto voce…

Mi butto per terra.

Sdraiata.

Astuta, eh?

Già, perché la cosa più importante della corsa è il riposo. Sta qui il trucco. Non faccio mai più di trenta metri senza riposarmi. Ma è un riposo attivo, mica come in passato. Tipicamente mi rotolo per terra e mi impano di erba, nella speranza che la sera prima abbia piovuto o che comunque ci sia sufficiente umidità da inzupparmi.

L’avevo detto, io, di essere cambiata.