Una vita dolcemente imperfetta

Con un figlio di 8 e una di 11 l’equilibrio era ormai cosa fatta. La fatica c’è sempre, certo, ma l’autonomia dei figli (almeno quella “fisica”) è una gran conquista! Eppure mancava ancora qualcosa per rendere la famiglia davvero completa… E così, per la terza volta, il test di gravidanza è positivo!

Yes, I can

Yes, I can

Ma tanto, cosa vuoi che sia, mi dico… Dopo due, il terzo vien da séSarà una passeggiata, poi sarà sicuramente bravissimo perché io sono sicura di me, matura ed esperta, altro che le fatiche del primo figlio! Con l’esperienza di mamma e un diploma di educatrice in mano… mi figuravo già sul podio delle mamme coi figli angelici!
E Giosuè arriva, in anticipo ma puntuale, proprio quando aspettato, a farci una sorpresa pasquale!

Le prime notti sono dure, si sa, ma neanche tanto dai, è proprio bravo! Cominciano i risvegli un po’ più frequenti, ma si sa, l’allattamento impiega un po’ a ingranare.
Affronto anche a testa alta la pediatra dell’ospedale che mi invita a valutare una aggiunta perché dopo 5 giorni è cresciuto troppo poco, ma no.. stoica… io resisto! E infatti il pupo cresce a vista d’occhio!

1 mese, 2 mesi… beh dai le coliche si sa, sono fastidiose, dolorose, povero… piange per quello….

3 mesi forse cominciamo ad assestarci dai… fa “SOLO” 2/3 risvegli di notte

4 mesi…. affrontiamo la realtà : disastro! Sarà il cambiamento di clima? (in montagna fa freddo!), di letto? (lo sapevo dovevo portarmi dietro anche la culla in legno!), l’acqua che bevo io? (compriamo la frizzante dai!)… ma vedrai che tornati a casa cambia tutto…

E invece non cambia proprio niente… e così mi ritrovo anche con questo terzo figlio in mezzo a mille dubbi, perplessità , crisi di pianto e di gioia… senza sapere mai quale sia la mossa giusta da fare.
Leggo mille articoli che raccontano tutto e il contrario di tutto, altrettante esperienze che passano dal dorme-tutta-la-notte-dal-primo-giorno al io-e-il-mio-partner-dormiamo-a-turni-per-star-sempre-con-la-bimba, tutto il parentado si sente pediatra in cattedra o psicologo ed emette sentenze e consigli che neanche Freud
Soluzioni? Non ne ho. Consigli? Sul web ne trovate a migliaia.
Quello che forse comincio a capire è che posso concentrarmi su di lui, approfittare dei suoi momenti di sonno per fare le solite mille cose da mamma, ma ancora di più godere dei momenti di veglia per guardarlo negli occhi, osservarlo mentre impara a afferrare gli oggetti con le sue mani, capire tutto quello che vuole dirmi coi suoi occhi.
Giosuè = Dio salva … Da chi? Da cosa? Me lo chiedo da quando ho scoperto il significato di questo nome… Forse da me stessa, dal guscio di sicurezze che mi sono creata fino ad ora, dalla perfezione di vita che mi aspetto per “diritto”, per accettare invece la vita dolcemente imperfetta in cui ho il dono di svegliarmi ogni mattina!

PS : Una postilla è assolutamente doverosa e chiarificatrice. Non è citato nessun altro in questo scritto, non perché io sia una madre-coraggio che deve affrontare tutto in solitaria, tutt’altro!
Io sono quella che sono, perché al mio fianco c’è un uomo che mi sopporta e supporta (e mai come ora!). Un uomo il cui nome è rimasto negli spazi bianchi del foglio… Perché lui è il foglio stesso che io posso riempire coi miei scritti. Nessuna penna può scrivere senza un supporto su cui farlo.