Israele, Palestina, quel che sta scritto in Ardo e una riflessione pacifista

Ardo è un romanzo distopico, ucronico. Paroloni complessi per dire che sostanzialmente non si tratta di vicende ambientate nel mondo che si conosce, quanto in una sua versione alternativa. A volte il tema è quello post apocalittico, altre volte è la storia porta ad esplorare “cosa sarebbe successo se” un tal evento (non) si fosse verificato.

Pace

Pace

Pseudo storia. Ipotesi. In questo senso, quando ho scritto Ardo, dovendo trattare di un pacifista, ho dovuto ambientare la vicenda in un mondo fittizio.
Ho pensato a quale sarebbe stata la situazione più angosciante in cui l’Italia sarebbe potuta sprofondare. Pian piano ho definito un’Italia in cui il servizio di leva obbligatorio è stato ripristinato, in cui esisteva nuovamente un ministro della guerra.

Ho posizionato l’Italia in un mondo in cui le tensioni internazionali sono alle stelle. E, porca miseria, ho citato il medio oriente. Il passaggio è questo:

L’ultimo anno della scuola superiore Ardo credeva di averlo vissuto in quella che a Milano chiamavano bambagia, nel cotone.
Il mondo intorno cominciava a sgretolarsi, i deteriorati rapporti tra Russia e Stati Uniti, il medio oriente che ormai era terra da contendere per tutti ed il rinnovato interesse bellico generale erano tutti argomenti che riempivano le notizie dei telegiornali.
Eppure Milano, ma Ardo immaginava verosimilmente l’Italia intera, dava l’impressione di dormire, sonnecchiare, in attesa di qualcosa non ben specificato.

Ora, uno dirà, non ci voleva mica Nostradamus a prevedere queste cose. Ma stamattina, mentre andavo al lavoro, ho trovato una città che dormiva.
Tutti sono via.
Probabilmente a lamentarsi del governo, delle tasse, di come tutto non vada. E Milano dorme.
Alla televisione è un susseguirsi di foto e filmati dei risultati del conflitto fra Israele e Palestina. Ho ragione io, no ho ragione io. Ed intanto via che partono i missili. Israele che accusa Hamas di usare le persone come scudi umani, Hamas che accusa Israele di soprusi ed invasione militare.

Io non voglio fare l’ingenuo, non voglio semplificare, non voglio nemmeno essere utopista. Ma mentre Milano dorme mi sono chiesto alcune cose:

  • Possibile che tra tutte le persone di responsabilità, coloro che tirano i fili, quanti hanno il potere decisionale di mettere fine alla guerra, non ci sia nessuno in grado di dare un messaggio forte, che sia verso la pace?
  • Se non esiste nessuno a cui le foto strazianti dei bambini sembrano normali, perché chi può non dice basta? Come è possibile reiterare scelte che si è consapevoli porteranno alla morte di persone?

Io lo so che molti potranno dire come la risposta sia complessa. Come io stia ignorando moltissimi aspetti di questo conflitto. Eppure non riesco a rileggere le domande di cui sopra senza avere la certezza che siano domande legittime, fondate, la cui risposta è oggettiva.

Umanamente oggettiva.

Senza se e senza ma. Non si è sentito un solo messaggio di pace consistente da parte dei capi di governo. Si lasci tutto a Papa Francesco, che tanto lui è buono. E’ per quello che tutti i personaggi pubblici lo ammirano, forse. Perché dice cose legittime che però non si possono fare proprie avendo paura di dire qualcosa che possa andare storto a qualche capo politico.

Riusciremo mai a vedere qualcuno prendere una posizione netta in favore della pace? Vedremo mai un altro Gesù Cristo, un altro Martin Luther King, qualche altra Madre Teresa?

Per rispondere a queste domande mi viene da fare un becero paragone, partendo dal basso, e quindi non continuando a puntare il dito “sui potenti” tendendo a dare unicamente la responsabilità a loro.
Si pensi alle “bandiere” nello sport. Non ci sono più. Perché ormai è business, dicono, ormai è tutta una questione di soldi.
Eppure mi viene da pensare: possibile che una volta che hai uno, due, dieci milioni di euro non ti venga voglia di dire “Sono a posto?”.
Possibile che non sia mai esistito nessuno, per quella che è la mia memoria, ad aver detto “ragazzi, sono ricco, mi fermo qui, non ho bisogno di aumenti, rinnovi o altro.”?

E’ possibile? E soprattutto, io, noi, al loro posto che si farebbe?

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