L’America, Obama e le stragi

E così Obama a Denver, dopo l’attentato alla prima del nuovo film di Batman che ha provocato la morte di 12 persone, fa il suo discorso (Leggi articolo da corriere.it), inizia parlando di come la tragedia lo tocca come padre, finisce parlando di quanto il popolo americano è orgoglioso e si rialza sempre.

Obama in Colorado

Obama in Colorado - foto da http://ww3.hdnux.com/

Nessuna menzione al nome dell’attentatore (e ci sta), nessun riferimento alla facilità con cui sono acquistabili le armi da chiunque in America o a come questa cosa porta ciclicamente stragi.
E’ un mondo malato, certe volte è proprio una schifezza. Ma qual’è la cosa realmente strana in tutto questo?

Butto lì un’idea.
Obama è il presidente di un paese in cui:

  • Acquisti regolarmente fucili e pistole come fossero oggetti di arredo;
  • In un suo stato (il Texas) si effettuano esecuzioni di minorati mentali (Leggi l’articolo del corriere.it);
  • Sempre in Texas è stata cambiata la modalità di esecuzione dei condannati a morte, dopo che la comunità europea ha deciso di bloccare l’esportazione negli Stati Uniti di tutte le sostanze che possono essere adoperate nelle esecuzioni. Ora l’esecuzione è tortura pura. Prevede una sola iniezione, ed alla prima sperimentazione il condannato ha sofferto per 25 minuti (Leggi l’articolo della BBC);

Questi punti vengono citati solo per attinenza con l’attualità, ci sono decine di altri esempi simili che potrebbero essere citati. Se questo fosse un presidente qualsiasi (per quanto possibile che “l’uomo più potente del mondo” sia uno qualsiasi) sarebbe tutto quasi normale, un po’ come cercare testate nucleari in Iraq.
Ma Obama è diverso. A Barak Obama è stato dato il premio nobel per la pace nel 2009, “per i suoi straordinari sforzi per rafforzare la diplomazia internazionale e cooperazione tra i popoli“.

E’ solo a me che sfugge qualcosa?