Un pezzo di paradiso, all’improvviso

Le cose arrivano quando meno te l’aspetti. Ci sono momenti in cui ti sembra di fare cose “normali”, quelle che chiamiamo routine e nel bel mezzo del naturale corso di queste cose arriva la rivelazione.
Con l’altra parte di me (che poi sarebbe mia moglie), abbiamo seguito un corso per prepararsi al matrimonio. In teoria dovremmo già essere preparati perché siamo sposati da più di sette anni, ma eravamo lì in veste di aiutanti sul campo.

Per tutta la vita

Per tutta la vita
(foto di Roberto Gazzetti)

Per dimostrare che ce la si può fare ad arrivare a sette anche se tutti sembrano fermarsi a uno.

Tra tutti gli incontri fatti, ce n’è stato uno dedicato a persone che vivono esperienze matrimoniali “complicate”. Non per colpa loro beninteso, ma perché il destino ha deciso di giocare un po’ con le loro vite.
E come sempre accade in questi casi, da aiutanti siamo diventati aiutati.

Al centro di tutto, Cristo. E non si parla di persone che hanno tutto, anzi. Parliamo di persone che per certi versi quel “tutto” lì lo hanno perso.
E allora ti astrai. Sì, per un momento vivi proprio in un’altro piano della realtà. In quel momento pensi “E se ci fossi io?”.
Dico, a gestire la perdita di un figlio, a gestire una moglie che non si sveglia più. Come fai? Come ne esci?
Necessità, virtù.
Cazzate.
Sorridere quando ti ha attraversato un dolore così grande è un piccolo miracolo. Anzi, ma quale piccolo. Un grande miracolo. Il più grande.
Più grande di tutto il materialismo che permea il mondo, più grande di tutte quelle convinzioni che sono certe finché non ti svegli nel mezzo della notte, con il cuore in subbuglio, a chiederti “Che cosa sto facendo?”.
Allora hai voglia a sentir sbraitare di veridicità storiche, di bigottismo, di altre cose che riempiono la bocca in modo che non dica la parola Amore. Forse Dio. Forse Cristo.