Giovannino Guareschi ed il mondo piccolo che non c’è più

Fa sempre bene spolverare il passato. Guardare le cose in bianco e nero per capire come la storia si rinnova solamente per ripetersi. Siamo stati a Brescello, il paese dove sono ambientati i film di Don Camillo e Peppone, i personaggi creati da Giovannino Guareschi ed interpretati da Gino Cervi e Fernandel.

brescello

Brescello

E’ un bel paese, forse esteticamente il migliore che c’è intorno a Parma, che ha un sapore antico. Si gira in cinque minuti per carità, però se si ha la fortuna di trovare qualcuno che la sa lunga se ne scoprono di belle.

Certo uno il suo ripasso mentale se lo fa, ed inevitabilmente vien da associare i caratteri dei personaggi a quello degli attori, i luoghi alle vicende e così via.
Invece no, ti viene rivelato un Fernandel antipatico, che andava indigesto a tutti tranne che al regista francese Julien Duvivier, che lo volle fortemente per la parte. Scopri che Gino Cervi era quanto di più anticomunista potesse esistere, pur interpretando il prototipo del comunista vero in maniera riuscitissima. E assurdo nell’assurdo, ti viene rivelato che il paese è stato scelto per l’estetica, non per il fatto che l’autore avesse davvero ambientato lì le vicende. Brescello era il più filmico tra i paesi del mondo piccolo di Giovannino Guereschi.
E via di rivelazioni di questo tipo, tutto il contrario di quello che ti aspetti. Ma forse sta proprio qui il bello. Il mistero, l’alchimia che porta qualcosa di apparentemente banale ad incidersi nella storia.

L’unica cosa che rimane fedele, senza variazioni rispetto a come te l’aspetti, è la figura dell’autore. Questo omone ti viene raccontato così come appare nelle foto e negli scritti. A fare l’attore ci provò pure (volendo recitare la parte di Peppone), ma dopo la nona scena ripetuta nella quale dava uno schiaffo ad una comparsa ed il viso tumefatto di questa, non ebbe cuore di andare oltre.

Insomma, un’uscita genuina e consigliata, come è il lambrusco che bevi dopo la visita alla trattoria di Don Camillo. Come quel mondo piccolo che tra telefoni, automobili e sesso rischia di perdersi dopo l’argine del Po’.
Lunga vita e prosperità a Brescello, al museo di Don Camillo ed al ricordo di Guareschi, memorie di un mondo che tutto era tranne che piccolo.